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Fondazione
Le Vie dei Tesori
Le Vie dei Tesori è il più grande progetto in Sicilia dedicato al racconto e alla scoperta del patrimonio dell’Isola: luoghi, persone, paesaggi, esperienze, tradizioni, produzioni. Le Vie dei Tesori è un circuito di bellezza che fa della Sicilia un unico museo diffuso.
Ente promotore
presentazione
Il progetto nasce nel 2006 a Palermo, in occasione del bicentenario dell’Università degli Studi di Palermo.
Oggi è una Fondazione riconosciuta come Onlus, organizza da 17 anni un festival di apertura e racconto del patrimonio culturale, naturalistico e scientifico che si svolge in 20 città della Sicilia (più uno spin-off a Mantova avviato nel 2017) e oltre 50 borghi dell’Isola.
storia
La Fondazione Le Vie dei Tesori, già associazione dal 2013 e ancora prima comitato non formale di cittadini dal 2006, è costituita da giornalisti e operatori culturali, con diverse specializzazioni e comuni interessi nel settore dei beni e degli eventi culturali, che hanno fatto di questa realtà il loro impegno più grande. La Fondazione dal 2021 è un ente con personalità giuridica riconosciuta dalla Regione Siciliana, i soci fondatori sono professionisti della comunicazione convinti dell’immenso potenziale di un Sud, e di un Paese, operoso, produttivo e creativo, affrancato da logiche di rassegnazione e di assistenzialismo.
valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio della Sicilia
Le Vie dei Tesori ha fatto della valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio della Sicilia uno strumento di rinascita civile e di coesione sociale, coinvolgendo le comunità locali nella conoscenza e promozione dei loro territori, attuando interventi di restauro e di riqualificazione di aree dismesse, generando economia sostenibile (6 milioni e mezzo la ricaduta turistica nel 2022), contrastando la disoccupazione e l’esodo dei giovani (85 i posti di lavoro prodotti in un anno nella sola Palermo), seminando speranza e buone pratiche.
Le azioni messe in atto sono in perfetta assonanza con i principi della Convenzione Unesco del 1972, la Convenzione Unesco del 2003, la Convenzione Unesco del 2005 e la Convenzione di Faro, e si propongono come esemplari per le strategie attuate.
Il progetto valorizza il patrimonio culturale attraverso lo storytelling, nella consapevolezza che i luoghi non raccontati siano luoghi muti, ed è fondamentale farlo attraverso un linguaggio inclusivo e accessibile a tutti – pur nel rigore dei contenuti – e attraverso processi partecipativi di comunità.
I luoghi acquistano valore e interesse in modo proporzionale alla storia che custodiscono: un luogo muto e chiuso o un borgo rurale abbandonato, invisibile agli occhi dei cittadini, diventa un attrattore con migliaia di visitatori se vi si racconta una storia di interesse pubblico che appartiene a tutti.
È quel che è successo a Palermo, per esempio, all’apertura promossa dalle Vie dei Tesori dei rifugi antiaerei della Seconda guerra mondiale, delle fabbriche dismesse custodi di memoria operaia, dei laboratori degli ultimi artigiani nei borghi, delle cripte che raccontano del culto dei morti, di luoghi come l’Aula Bunker del Tribunale di Palermo dove si è celebrato il maxiprocesso alla mafia, raccontato dai protagonisti di quella stagione (magistrati, giornalisti, testimoni) e gremito da migliaia di cittadini.
Nello spirito della Convenzione di Faro, Le Vie dei Tesori ritiene che oggetti e luoghi non sono importanti per il patrimonio culturale in quanto tali.
Al contrario, sono importanti in virtù di ciò che le persone attribuiscono loro, dei valori che rappresentano e del modo in cui questi possono essere compresi e trasmessi ad altre persone.
Nel marzo 2023, il progetto ha ricevuto, da parte del Ministero della Cultura, l’Encomio nell’ambito del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.